Per i 40 anni dalla sua fondazione lo studio apre il nuovo headquarters e presenta la prima monografia
26 novembre 2024 - Open Project inaugura la nuova sede a Bologna, dopo aver completato un importante restyling durato un anno. Un trasferimento di sede che non vuole essere un punto di arrivo ma una tappa nel percorso evolutivo e nella crescita continua che accompagna lo studio da quattro decenni e che cade proprio nell’anno della celebrazione dei 40 anni dalla fondazione dello studio.
La sede di via Dolfi rappresenta per Open Project non solo il suo nuovo headquarters ma anche il luogo di confronto di talenti nell’ambito del design, dell’arte, dell’innovazione; sono infatti in programmazione per il 2025 eventi, mostre, e talk che faranno della nuova sede dello studio un hub creativo, in cui sarà possibile proseguire il percorso di confronto e di sconfinamento fra discipline differenti iniziato nel 2024 con gli incontri di “Per qualcuno può essere lo spazio”, con l'obiettivo di esprimere un pensiero trasversale e molteplice sulla realtà attuale e sulle sfide che il futuro prospetta.
INAUGURAZIONE DELLA SEDE E PRESENTAZIONE DELLA PRIMA MONOGRAFIA
Il 22 novembre si è tenuto l’opening dei nuovi uffici con studio visit dedicato ai giornalisti.
A seguire, all’interno del talk moderato dal Prof. Aldo Norsa, è stata presentata la prima monografia dello studio dal titolo “Immaginare, progettare, costruire”, pubblicata da Danilo Montanari Editore e acquistabile in librerie selezionate.
Insieme a Maurizio Piolanti e Francesco Conserva, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Open Project, e agli autori del libro Maria Beatrice Bettazzi e Piero Orlandi, sono state tracciate le fila del percorso lungo quattro decenni, che ha condotto lo studio, dal momento della sua fondazione da parte di Silvio Antonio Manfredini e Romano Piolanti a oggi, a essere fra le prime firme di architettura e ingegneria in Italia, grazie al suo modus operandi, alla forza di un team folto e multidisciplinare formato da oltre 50 professionisti, a un approccio aperto alla ricerca e all’innovazione.
Durante il talk è stata sottolineata la grande attenzione alla ricerca e alla sostenibilità, cosa che ha permesso allo studio di essere precursore nell’uso strumenti tecnici e risultati pioneristici e di avere al suo attivo alcune fra le prime realizzazioni in Italia con certificazioni internazionali.
LA MOSTRA FOTOGRAFICA
In occasione dell’inaugurazione della nuova sede viene anche presentata la mostra fotografica “Frames of Identity: 40 Years of Architecture”, che raccoglie alcune fra le immagini più iconiche delle opere di Open Project.
La grande sala centrale al secondo piano del nuovo headquarters è stata allestita con la mostra di fotografie d’autore, ognuno dei quali dà un punto di vista nuovo dei progetti più rappresentativi dello studio, realizzati nell’arco di quattro decenni, che hanno creato una nuova identità del quartiere e della città in cui sono inseriti, innestandosi nello skyline urbano, di cui sono oggi parte fondamentale ed elemento di riconoscibilità.
Sono esposte fotografie di Giacomo Albo, Andrea Brintazzoli, Luca Capuano, Daniele Domenicali, Juergen Eheim, Open Project, Beppe Raso, Vincenzo Ruocco, Ingrid Taro.
Non solo fotografia. Ad accompagnare la mostra collettiva con gli scatti dei fotografi ci sono anche le opere d’arte e di graphic design di Cesare Lavel Francia con la sua “Torre Unipol”, Paolo Ventura con “La Torre” e Francesco Amura, in arte Creating Monkey, con “The Bologneser No94” oltre ai render di Studio Engram. Con “Frames of Identity: 40 Years of Architecture” Open Project inaugura la nuova sede anche come spazio aperto a mostre ed eventi culturali, confermando la volontà di fare dei nuovi locali un punto di incontro e hub creativo aperto alla città.
La mostra è visitabile al pubblico dal 25 novembre e fino al 28 febbraio tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 17.
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